Il venditore di incipit per romanzi by Matei Vișniec

Il venditore di incipit per romanzi by Matei Vișniec

autore:Matei Vișniec [Vișniec, Matei]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 2023-09-07T22:00:00+00:00


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L’Aguzzino si è pure concesso di concepire per me un sogno positivo, in cui tutto finisce bene. In realtà, è un sogno in apparenza positivo, un sogno in apparenza a lieto fine. Ve lo racconto e propongo che siate voi stessi a giudicarlo.

Sognavo di essere su un aereo che stava per precipitare. Era un aereo grande, uno di quegli aerei destinati ai voli transoceanici. Io ero seduto vicino al finestrino, quindi avevo la possibilità di vedere quel che succedeva all’esterno. Non vedevo granché a dire il vero, solo qualche nuvola biancastra. Il volo si svolgeva in pieno giorno, e nel momento in cui l’aereo ha cominciato a perdere quota, ho potuto osservare, in una prima fase, attraverso l’oblò, come si svolgeva la caduta. Vedevo infatti una specie di cascata d’aria, era come se fossimo finiti in un imbuto d’acqua, l’aria era diventata quasi liquida e mi scorreva davanti.

I secondi mi parevano passare con estrema lentezza, sentivo in tutto il corpo le vibrazioni dell’aereo e a un certo punto ho chiuso gli occhi. È probabile che non volessi più vedermi precipitare, mi bastava sentire le urla e il panico che si erano scatenati a bordo. Ho pensato subito alla morte, mi restava forse ancora un minuto di vita. Era chiaro che niente poteva fermare l’aereo, sarei morto e avevo ancora un minuto per prepararmi all’impatto finale. Allora ho deciso di strappare un foglio da un taccuino e scrivere qualche parola a mia moglie e a mia figlia. Non era facile scrivere mentre precipitavamo, mi tremavano le mani, le lettere uscivano sparpagliate. Ho fatto però in tempo a scrivere più volte, su alcuni fogli strappati con furia, “vi voglio bene” o “ti voglio bene”... In effetti, avevo deciso di morire scrivendo queste righe, la caduta era più lunga di quanto mi aspettassi, sicché ho continuato a strappare fogli dal taccuino e a scrivere “ho pensato a voi fino all’ultimo istante” o un semplice “vi voglio bene, vi voglio bene” più e più volte con il mio nome alla fine. Dato che i secondi si erano espansi all’estremo, ho avuto tempo, scrivendo queste righe, di pensare che in realtà non ci saremmo schiantati nell’oceano, ma sulla terraferma, quindi c’era più di una probabilità che quelle righe, che quelle parole sopravvivessero e che giungessero a destinazione, agli esseri che amavo.

Attorno a me svolazzavano già alcune decine di fogli che recavano i miei ultimi pensieri, quando qualcuno mi ha toccato, quasi scuotendomi da un sogno. Infatti, nel mio delirare, nella fretta di lasciare un mio pensiero, qualcosa che restasse dopo di me, non mi ero neanche accorto che avevo scritto a occhi chiusi. Nel momento però in cui li ho aperti (essendo ancora dentro il sogno), mi sono trovato di fronte due assistenti di volo, un uomo e una donna. Non so per quale motivo i due mi volessero tranquillizzare, cosa che mi pareva infatti assurda dal momento che l’aereo continuava a precipitare. I due assistenti desideravano comunicarmi una buona notizia, e cioè che non



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